Editoriale - Marzo 2018
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Vita di Maria

Non perchè entrò, ma perchè vicino
L'angelo curvò verso di lei un viso
Di giovinetto; perchè lo sguardo di lui e il suo
Che in su rispose s'incrociarono
Come se tutto fosse vuoto intorno a loro,
e ciò che milioni d'altri sguardi hanno cercato,
raggiunto, sopportato
in loro fosse penetrato: solo lei e lui;
guardare e guardato, occhio e gioia dell'occhio
in nessun altro luogo se non qui -; vedi,
questo dà timore. Ed entrambi provarono timore.
Allora l'angelo cantò la propria melodia.
Rainer Maria Rilke

Mi stupisco sempre nel leggere o nell'ascoltare la voce degli uomini che narrando trafiggono le emozioni sopite, le percezioni che da sempre senti di avere tra le maglie del cuore e che non escono dallo scrigno dell'anima per incapacità di esprimerle. Mi stupisco della sensibilità delle parole usate capaci di trasmettere ciò che già sai dentro di te. La Parola apre spazi ampi per quell'amore che dona.

Generare Dio. Così Massimo Cacciari si fa narratore della figura della Vergine, una donna che generandoLo fa cogliere l'essenza della divinità. Pagine di assoluta bellezza che conducono alla scoperta di sfumature nuove, così che la fanciulla di Nazareth diventa colei che non solo ha saputo attenderLo ma che lo ha generato senza conoscerLo, un Figlio trovato e in breve tempo perso, portato nel buio del ventre perchè potesse divenire luce di albe nuove. Solo Lei - scrive Cacciari - , solo Colei che l'ha generato ha il potere di custodirne la testimonianza: "Maria da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).

Maria viene visitata dall'angelo, il suo volto porterà sempre impresso il sigillo dell'incontro, una ruga di turbamento, una piega di sorriso dopo che un angelo le ha fatto abbassare il capo nel rossore adolescenziale, il timore di essere stata violata nella sua intimità. Ma quello sguardo inonda i nostri sogni di una tenerezza che restituisce bellezza in tutti noi provati dalla fatica del vivere e che ci commuove perchè la riconosciamo donna innamorata. Anche l'angelo si sarà lasciato innamorare dall'umile potenza di una fanciulla che tanti artisti hanno cercato di fermarne su tela le fattezze e noi godiamo di quegli sguardi, di quel corpo fasciato da pudiche vesti, delle sue mani incrociate sul ventre a proteggere chi fino ad un attimo prima non era ed ora è.

L'angelo si inginocchia, posa una mano sul petto, al centro, dove dimorano i desideri, quasi a chiederLe perdono per l'irruzione tra le mura di Nazareth, e la trasforma in "beata" tra tutte le donne come lei stessa canterà nell'abbraccio con Elisabetta (unica scena evangelica di sole donne). Lei donna dai mille volti: Mater Christi, Mater amabilis, Mater clemens, Mater prudentissima, Divinae Gratiae, Sedes Sapientiae, Stella mattutina, ... Lei è solo la serva del Signore (Lc 1, 38).

Milena Simonotti.



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